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Racconti di famiglia e saperi tramandati: i Vuillermoz (MAV, 14 aprile - 3 novembre 2019)
14 aprile 2019
RACCONTI DI FAMIGLIA E SAPERI TRAMANDATI: I VUILLERMOZ (MAV, 14 APRILE - 3 NOVEMBRE 2019)
MAV - Archivio Mostre

A cura di: Nurye Donatoni Equipe MAV: Alessia Duroux, Barbara Bernardi-Gra-Tonetti

Un'esposizione che racconta la famiglia e la capacità di tramandare il saper fare all'interno del nucleo familiare attraverso le opere dei Vuillermoz, una grande famiglia di artigiani della nostra regione.
 

Il MAV – Museo dell’Artigianato Valdostano di tradizione ha dedicato il 2019 alla famiglia e ai saperi tramandati di generazione in generazione.
L’esposizione “Racconti di famiglia e saperi tramandati: i Vuillermoz” è dedicata alle produzioni di una grande famiglia di artigiani della nostra regione con la volontà di valorizzare la storica capacità di tramandare all’interno del nucleo familiare. La pratica artigianale, le conoscenze delle tecniche e dei materiali sono spesso una “tradizione di famiglia” poiché quest’ultima è il luogo primario di apprendimento e di lavoro degli artigiani. Jules Brocherel, grande conoscitore dell’arte popolare valdostana, parla addirittura di “specialissime piccole industrie famigliari” che fanno dell’artigianato una forma di sostentamento. Nel mondo artigianale la famiglia, oltre a garantire attraverso il mestiere la qualità della produzione, ne garantisce la provenienza da una precisa zona del territorio valdostano. Ogni cognome è legato ad una area ben definita e ne emerge così un’interessante carta geografica della produzione artigianale valdostana legata alle famiglie.
La prima esposizione, dedicata ai Vuillermoz racconterà l’artigianato come sapere di famiglia che dagli anni ’30 ad oggi è passato di generazione in generazione: Vittorio, Giulio, Luciano e Franco. I Vuillermoz sono una famiglia di grandi artigiani, abili sia nelle produzioni di attrezzi agricoli sia nelle torniture, ma che dimostrano le loro grandi qualità nella creazione di splendide opere scultoree. Il padre Victor lavorava con dedizione realizzando manufatti quali attrezzi agricoli, torniture e sculture raffiguranti il mondo agro-pastorale che lo circondava. I due figli: Luciano, il più anziano, era un grande tornitore, capace di realizzare opere di pregiata qualità e finemente decorate e splendide posaterie; Giulio abilissimo scultore rappresenta ancora oggi il legame con la tradizione seguendo gli insegnamenti impartiti dal padre sia nella scelta del legno e nell’essicazione dello stesso, sia nelle modalità e metodologie di lavorazione. Giulio racconta di un sapere ordinario e consueto. Produce preziose e finissime sculture, solo in legno di acero, raccolto vicino a casa, di cesellata lavorazione e grande maestria. Opere che narrano del villaggio, dei ricordi e del mondo sacro. Infine ultimi, in linea cronologica, abbiamo Franco e Vittorio, figli di Luciano, il primo scultore che ama interpretare in maniera astratta forme e figure che affiorano dalle radici e il secondo di formazione falegname. Quattro artigiani che hanno saputo fare della loro abilità manuale una tradizione di famiglia dando vita ad un’arte raffinata che ha attraversato un intero secolo.




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